In questo articolo mostriamo corrispondenze grafologiche di modi diversi
di essere e mostrarsi aggressivi - secondo l'accezione più vulgata
del termine "aggressività", cioè un andare verso
etimologicamente che si colora di un aggiuntivo andar contro.
I "modi diversi" che ci fanno da griglia sono quelli propri degli
stati dell'Io dell'Analisi Transazionale. Abbiamo scelto questa teoria psicologica
perché ci sembra possa suggerire al grafologo nuove sintesi conoscitive
- lungo un percorso che abbiamo iniziato in un precedente seminario (su spinte
e copione di vita) [1].
Consideriamo la scrittura in Figura 1
Figura 1: Uomo, 65 anni, ragioniere
Non solo accentuazione degli angoli “naturali”, ma presenza di triangoli e di gesti aggiunti che complicano e duplicano, sembra, per dare la possibilità di disegnare qualche angolo ancora. Grafismo “impressivamente” perentorio, dal tratto tranciante, di una nitidezza esemplare (oggettiva, non permeabile), con chiarezza formale ed intensa forza impositiva. Ma alla ricerca dell’altro (inclinata, compatta, uncini, acuminazioni) – ossia di qualcuno al quale far capire aggressivamente “per il suo bene” entro quali binari convenzionali dovrà restare, ed al quale rinfacciare (supposti) errori.
Pensate ora a questa scena [2]: il figlio dello scrivente, trentenne, si licenzia da un posto di lavoro sicuro per un altro con minori garanzie ma a sé più congeniale, ed informa il padre della sua scelta. Crediamo che sia facile immaginare come il padre reagirebbe: ciglia aggrottate, aria delusa e accusatoria, dito puntato, voce dura ed alta. E discorsi sulla serietà della vita, su come si debbano sopportare stoicamente i doveri – facendo sentire il figlio incapace come un bambino di sei anni alla prima insufficienza scolastica.
[1]
"La Grafologia in colloquio con l'Analisi Transazionale".
[2] Le scene che narriamo sono realmente accadute e tipiche degli scriventi.
Questa prevedibilità del comportamento, accompagnata da un corteo di gesti emozioni atteggiamenti parole pensieri, è quello che in Analisi Transazionale viene chiamato stato dell’Io. Detto in altri termini, una struttura integrata di comportamenti e di emozioni [3]. Berne ne ha individuato tre: Bambino, Genitore, Adulto [4], nei quali di norma, a seconda delle situazioni, la persona “entra” – comportandosi di conseguenza.
Il nostro sessantenne, ad esempio, ha scelto di fare affidamento quasi solo sul Genitore: il suo modello è ricalcato su quello delle sue proprie figure parentali. [5] In particolare sembra che, tra gli aspetti “archetipici” dell’essere genitore, lui abbia scelto quello più critico, chiamato Normativo in A.T., e che ne abbia esaltato il lato negativo e svalutante. La sua aggressività, quindi, sarà tesa a far star male l’altro a causa della sua supposta inadeguatezza rispetto a certi (immutabili) principî.
Avendo chiarito il concetto di stato dell’Io, prima di continuare con le scritture forniamo un primo schema dell’analisi funzionale, riportato in Figura 2.
Figura 2: Analisi funzionale di primo livello
Il Genitore è stato già descritto.
Per Bambino si intende lo stato dell’Io in cui ci si comporta, si pensa
e si provano emozioni come si faceva durante la propria infanzia. L’Adulto,
invece, è lo stato in cui la persona elabora logicamente le informazioni a
sua disposizione nel qui ed ora, mediando le richieste del Bambino
e verificando la correttezza dei precetti provenienti dal Genitore.
In Figura 3 riportiamo un esempio di scrittura di una persona che entra molto spesso nello stato dell’Io Bambino, sino all’esclusione degli altri due.
Figura 3 Uomo, 30 anni, impiegato
[3]
Secondo la definizione di Woollams - Brown, pag. 26.
[4] La maiuscola indica il riferimento allo stato dell'Io.
[5] Per lo meno come lui le percepiva da bambino.
La scrittura, infantile, dilatata, molle e poco strutturata, è sia gonfiata in zona media sia tendente al filiforme. La continuità è stentata, la dimensione irregolare e crescente. Il movimento fluttua indeciso, si abbandona. Il grafologo non ha di primo acchito grandi strumenti per analizzare l’aggressività di questa persona, mancando nella scrittura acuminazioni, mazze, angoli, … Tuttavia, attraverso l’Analisi Transazionale è possibile attendersi l’aggressività tipica di un bambino, ed in particolare del Bambino Ribelle (nessun rispetto di chiarezza ordine proporzione, nessun vero dialogo fra le forze di Liberazione e Costrizione): quindi rifiuto delle convenzioni e del buon senso dei “genitori”, incoscienza, mancanza di progettualità nella contestazione.
Proponiamo anche per lui una scena tipica di aggressività: guidare in autostrada ad alta velocità e in condizione di malattia, spericolato oltre ogni limite, con a bordo i suoi due bambini piccoli, irridendo le critiche altrui.
Abbiamo parlato di Genitore Normativo e di Bambino Ribelle. Sono solo due esempi di come lo schema di Figura 2 possa essere ulteriormente rifinito con l’analisi funzionale di secondo livello (Figura 4). Il Genitore si divide in Normativo (GN) o Affettivo (GA), a seconda che prevalga l’atteggiamento critico o quello “di cura”. Allo stesso modo il Bambino si divide in Libero (BL) e Adattato (BA), a seconda che si comporti spontaneamente o come se i suoi genitori lo stessero osservando.
Figura 4: Analisi funzionale di secondo livello
Infine, ognuno di questi stati (GN, GA, BL e BA) può assumere connotazioni positive (GN+ eccetera) o negative (GN- eccetera).
In Figura 1, quindi, vediamo uno scrivente che privilegia il Genitore Normativo Negativo (GN-), poiché il comportamento tende a svalutare il Tu.
In Figura 3 la decisione dello scrivente di entrare spesso nel Bambino Adattato si colora delle valenze negative del Ribelle (come viene soprannominato il BA-), svalutando sia le regole apprese dai suoi genitori (sino a incarnare il loro contrario a sua volta con i propri figli) sia la propria capacità adulta di agire adeguatamente – non pericolosamente – nel qui ed ora.
Figura 5: Uomo, 30 anni, Laurea umanistica
Anche in questo caso la scrittura (Figura 5) è infantile, ma calligrafica, più rispettosa del modello scolastico. La zona media non si destruttura né si dilata, contrariamente all’esempio in Figura 3. L’inclinazione è molto variabile e la tenuta del rigo instabile, ma un forte controllo correttivo si manifesta nella continuità inibita (a scatti, saldature, riprese) e nel tentativo di legare assiduamente oltre che negli angoli. Anche in questo caso siamo di fronte ad una persona che spesso entra nello stato dell’Io Bambino Adattato, ma stavolta si tratta di quello Positivo. Non c’è contrapposizione alle leggi e alle convenzioni, semmai lo sforzo di adeguarvisi. La sua aggressività (angoli, barre della ‘t’, pressione quasi in solco) è ansiosamente di difesa, per non uscire da un copione di vita né vincente né perdente e non affrontare il rischio – e lo scrivente rifugge il più possibile dall’utilizzarla, limitandosi a resistere... ed a qualche sporadico sfogo quando qualche “genitore” (i superiori sul lavoro) vuole approfittarsi della sua bontà.
Figura 6: Donna, 50 anni, antiquaria
Anche il Bambino Libero (Figura 6) ha la sua aggressività (ben evidenziata da angoli, scatti, acuminazioni, tratto nettissimo), fatta di spontaneità e scioltezza. I suoi modi anticonformisti possono talora risultare non compresi dagli interlocutori, che possono vivere come aggressivo quello che in realtà non intende esserlo. Può essere l’aggressività di chi spiazza, di chi fa domande ingenuamente inopportune, di chi si mette in gioco con autonomia e può urtare chi abbia maggiori difese.
Figura 7: Uomo, 60 anni, Dirigente scolastico
Quanta aggressività ed autoaggressività in questa scrittura (Figura 7) acuminata e cuneiforme, angolosa nonostante i gonfiori in zona inferiore che danno luogo ad intrichi! Il grafismo, compatto e legato, si allarga, le finali sono in curva e lanciate. Spesso nel Genitore Affettivo Negativo, il suo l’atteggiamento tipico è quello di fare le cose al posto degli altri, svalutandone le capacità, aiutando anche quando non richiesto. Con modi bruschi, con autorità basata su pessimistica sfiducia nell’altro (vedi il rovesciamento e le forme chiuse, arrotolate, ripassate) ed insieme buonistica (allargata) – ma finendo spesso per sobbarcarsi sacrifici notevoli ed autopunitivi (cunei, intrichi, …).
Figura 8: Cardinale
E l’Adulto non ha forse aggressività? Anche l’essere nel qui ed ora per risolverne i problemi richiede le sue emozioni, ma vissute per quello che sono, accettate e non enfatizzate: l’aggressività dell’Adulto è direzionata e commisurata. Quando le acuminazioni e le angolosità si ritrovano in una grafia (Figura 8) dai buoni valori sia di Armonia sia di FMV, rapida e vitale, personalizzata senza ricercatezza possiamo ritenere di essere di fronte alla grafia di una persona che entra spesso nel suo stato dell’Io Adulto – e possiamo ritenere che la gestione dell’aggressività sia diretta ed efficace, un andare verso nelle modalità al momento più opportune.
Figura 9: Donna, 40 anni, impiegata
La grafia di Figura 9 è grande, arrotondata, in ghirlanda, sistematizzata in anello. Occupa tutto lo spazio, anche se in modo abbastanza irrazionale e lasciando qualche canale, e la pressione è confortevolmente appoggiata. Bassa e con piccoli prolungamenti in zona inferiore, questa è una scrittura che vive di zona media – di focolare e familiarità, quindi. Di intimità e di calda protezione.
Si tratta, con le categorie di A.T., di un Genitore Affettivo Positivo: conosce il valore di un centro sicuro a cui tornare e sa prepararne uno accogliente per le persone cui vuole bene. Lei stessa è, indiscutibilmente, il centro: “ti fermi e resti lì, solida, perché i tuoi figli possano andarsene”.
Il grafologo vede anche segni di aggressività: angoli, acuminazioni, sopraelevazioni… Come interpretarli in questo contesto grafico? Possiamo ricorrere all’AT e pensare che aggressività di un GA+ sarà certamente di tipo protettivo, difensivo – non tanto per sé ma per il proprio focolare. Questa interpretazione spiega anche, in una certa misura, il forte rovesciamento.
Si può tuttavia anche notare che questa aggressività non è sempre ben gestita: cunei, triangoli ed angoli nell’appoggio sul rigo.
Con questi pochi esempi abbiamo mostrato come l’Analisi Transazionale possa fornire, con il concetto di stati dell’Io, utili strumenti di indagine al grafologo – nel nostro caso riguardo l’aggressività.
Ovviamente non siamo stati in grado, in queste poche pagine, di dare un’idea esaustiva del paradigma di A.T. né abbiamo esaurito le possibili corrispondenze grafologiche e gli aspetti della personalità che gli stati dell’Io aiutano a comprendere meglio, che saranno sviluppati in ulteriori articoli e seminari.